La vicenda di Daniel Abt dello scorso sabato ha alzato un polverone grottesco e a tratti inverosimile che non fa onore a nessuno. Danneggia l’immagine dei piloti (sia quelli coinvolti che quelli estranei ai fatti), della Formula E, di Audi, degli sponsor e ultimo ma non meno importante del Simracing.
Questo mio pensiero, post, articolo, chiamatelo come volete, vuole essere una risposta a piloti e spettatori, per far capire che si, il fatto è grave, no non è un giochino, si ci sono molti soldi in palio soprattutto da devolvere in beneficenza quindi si, con queste premesse andrebbe presa seriamente anche la gara di bocce rionale organizzata sotto casa.
Abt ha rilasciato un video di 15 minuti nel quale si scusa, ma allo stesso tempo dimostra di non aver capito praticamente nulla neanche dell’argomento del quale sta parlando.
Nel video sostiene che :”Quando c’è stata la gara di sabato, gli altri piloti hanno reagito, naturalmente, e si sono resi conto che c’era qualcosa di strano. Ne ero consapevole“. Poi dice che la cosa era stata annunciata durante la settimana e gli altri piloti ne erano a conoscenza. Quindi io mi domando a che pro gli altri piloti avrebbero atteso il termine della gara per denunciare la cosa, con una faccia anche visibilmente incazzata, se lo sapevano prima? Non vedo come le 2 cose possano legarsi tra loro.
Abt accetta di buon grado la donazione obbligatoria, ma tanto per lui è a impatto zero. Se contiamo tutte le donazioni ricevute su Twitch superiamo abbondantemente le 10’000 €. Poi però non riesce a definirlo un lavoro perchè le auto non sono vere, anche se la gente paga e dona soldi certo non virtuali per vederlo. Direi che c’è molta coerenza tra questi piloti improvvisati simdrivers.
Audi di tutta risposta dopo qualche giorno di silenzio appieda il pilota con effetto immediato, in quanto per loro integrità, trasparenza e rispetto sono priorità per tutte le attività cui è coinvolta, senza eccezioni. Questo presumo valga anche per il simdriver Lorenz Hoerzing, visto che anch’egli girava in orbita Audi.
C’era da aspettarselo, o meglio, me lo aspettavo io. D’altra parte nel corso dei mesi abbiamo potuto appurare quanto seriamente abbia preso il simracing la casa tedesca. Ci investe soldi, ci tiene, anche parlando solo in termini puramente economici è una conclusione più che normale, perchè per audi un fattaccio del genere può tranquillamente voler dire perdite economiche per il marchio. Non parliamo poi del danno d’immagine, anch’esso convertibile in danno economico alla lunga.
Andiamo ora alla trafila di piloti di Formula E che non concordano con la decisione di appiedare Abt. Quelli più battaglieri sono: Vergne, Celado e Da Costa. Secondo loro essendo un gioco la decisione di Audi è alquanto incomprensibile. A questi piloti vorrei ricordare che se da una parte è vedo che loro non beccano un quattrino di questa faccenda, dall’altra l’intero campionato serve a raccogliere fondi da devolvere per l’attuale pandemia in corso. Fondi che arrivano da dirette, sponsor, pubblicità ecc. In pratica aziende che ci mettono soldi sonanti per una nobile causa, ma che potrebbero tranquillamente non esser disposti a voler investire se questo si traduce in un carnevalesco teatrino che mina la loro credibilità e non restituisce il ritorno d’immagine che auspicano. Dall’altro lato della barricata ci sono i piloti e i team appunto, i quali per quanto di virtuale si tratta, vengono chiamati dall’organizzazione e dai team stessi a correre su un simulatore con serietà, per confezionare un prodotto che convenga in termini economici anche a loro. Se il prodotto vale e piace al pubblico vuol dire che vende bene, questo fa crescere la Formula E, porta a sua volta nuovi sponsor, quindi più denaro che alla fine di un lungo giro può finire tranquillamente in tasca dei piloti. Se piloti come Vergne, Celado e Da Costa non comprendono concetti simili capisco il motivo per il quale le loro carriere non abbiano avuto molto successo, o non hanno manager particolarmente furbi, ammesso che li abbiano.
Persino Laurens Vanthoor, pilota Porsche GT, che con la Formula E non a nulla a che fare sostiene che non essendo un lavoro questi gesti non possono costare una carriera. Laurens, vallo a chiedere al marchio per il quale corri se non si sarebbe comportato allo stesso modo di Audi, specie dopo aver investito parecchio denaro, poi me la racconti.
Che molti di loro poi abbiano deciso di non fare più streaming mi fa ridere. Si tratta di un gesto infantile (per la serie “e allora io non gioco più”), ma a parte questo anche abbastanza inutile, visto che non porta a nulla. Cosa volete dimostrare? Chi vorreste danneggiare con questa trovata geniale? A mio avviso se mai una scelta del genere non può che far bene al simracing, evitando di mostrare gente del genere alle prese con la prossima carnevalata. A giudicare poi dai commenti sotto i loro annunci direi che il pubblico non sentirà la loro mancanza su Twitch.
A quelli che sostengono che si tratta di un giochino, ricordo che sono gli stessi che vanno appresso a un ragazzotto pettinato sempre al top, con la moglie gnocca che corre in mutande su un prato appresso a una palla. Essendo una cosa che facevamo tutti anche da bambini, anche quello è un giochino?
Ho l’impressione, chissà perchè, che la prossima settimana ne riparleremo ancora.
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